
mondi scritturali e architetture virtuali
o alfabeti ›letti‹ in funzione di una loro ›abitabilità‹ come pitture rupestri
outlines, un progetto che si iscrive nelle diverse correnti di pensiero, storiche come anche contemporanee, di riconsegnare la scrittura a un dominio diverso da quello dei suoi scopi convenzionali. riferimento questo che va alla poesia visiva in particolare, disciplina che ha costantemente alimentato un’indagine sul futuro della scrittura o della lettera in generale, invitandoci a chiederci oggi se il carattere potrà diventare un complemento di arredo, elemento integrante di ambienti domestici o addirittura di quelli urbani. dove sfocia, insomma, l’evoluzione della forma-scrittura?
in questo progetto esso diventa, in ogni caso, immagine, spingendosi oltre la poesia visiva, cercando l’integrazione con l’architettura virtuale.
dall’inizio del 20. secolo e, con crescente determinazione, dall’avvento del pc ad oggi, la tipografia ha battuto due sentieri, come fossero le due inseparabili facce di una moneta: quello funzionale e quello artistico. outlines sostiene le ragioni della parte artistica, senza indendere esprimere giudizio alcuno sull’altra. anzi: mi auguro che, contribuendo a definire un percorso, finalizzato all’autonomia di ambedue gli approcci, si riesca a chiarire posizioni solo apparentemente contrastanti: più spazio avrà l’una delle due ›facce‹, più chiarezza acquisirà anche l’altra, proprio per effetto della sua ›emancipazione‹.
in questa sua prima manifestazione, outlines equivale, artisticamente parlando, a un viaggio attraverso consecutivi ingrandimenti parziali di tessuti e strutture: una serie di sovrapposizioni grafiche, il cui materiale di partenza non è che un insieme composto da disegni di caratteri tipografici, più precisamente ancora: lettere di alfabeti.
dalla carta all’architettura dunque, dalla composizione tipografica fino all’autonomia del segno puro. questi gli effetti, dai quali nasce la totalità delle visualizzazioni che definiscono l’intero universo di outlines.